giovedì 25 giugno 2015

Da Foro a Municipio - la storia di Piazza Palazzo di Città



DA FORO A MUNICIPIO
La storia di Piazza Palazzo di Città


Non sono munito di cartine, tablet o quant’altro. Non ho nulla, se non la mia macchina fotografica pronta a scattare. La giornata è solare, le vie affollate e il gruppo mi sembra attento a tutto ciò che viene detto. Per una volta non devo fare nulla,se non ascoltare. Devo lasciare almeno per questa volta spegnere l’interruttore dell’ansia cronica di leggere una storia o parte di essa e solamente stare attento ad ascoltarla.
Sono a Torino. Città che amo, ma che mi piacerebbe conoscere meglio. Ogni angolo un aneddoto, ogni via una storia a sé. Ora da Piazza Duomo abbiamo attraversato Via Cappel Verde, visitato la Chiesa del Corpus Domini, quella del Miracolo Eucaristico, ma questa è un’altra puntata, per poi arrivare in Piazza Palazzo di Città. La piazza del municipio per i Torinesi…

‘La Piazza del Municipio per i Torinesi’ questo lo sapevo anche io! ‘Qua sorgeva il foro romano durante l’epoca romana’ in quale altra epoca doveva essere??? Basta!!! Il pensiero deve fermarsi Ascolta, ascolta, ascolta. Mi metto al fondo del gruppo, con la mia macchina fotografica e soprattutto la mia attenzione ‘Poi in epoca medievale prese il nome di Piazza delle Erbe. Qua si teneva infatti il mercato delle verdure. Oltre alle verdure si vendeva anche l’olio, il vino, profumi, ma principalmente verdure. Era anche una piazza di giustiziati fai da te!Nel senso che chi non poteva pagare i debiti, falliva… veniva portato qua, al malcapitato gli venivano tirati giù i pantaloni e il suo povero fondoschiena veniva percosso con dei sassi. Da qua il detto piemontese ‘la dà deldelcul’. Poi le pietre hanno lasciato spazio a delle vere proprie panche che venivano sbattute sempre contro il fondoschiena del fallito sino a quando non venivano rotte. Da qua il termine italiano ‘Bancarotta’.Risate da parte di tutti, anche da parte mia. Ecco, queste sono le storie che mi piace sentire… vai avanti, guida!

‘Qua al centro troviamo questa statua. Di PelagioPelagi. Chi è? Amedeo VI di Savoia, meglio conosciuto come il Conte Verde. Un valoroso condottiero, già durante i tornei giovanili amava vestirsi di verde, così lo soprannominarono il Conte Verde. Soprannome che si portò dietro anche quando salì al trono. Con lui il Ducato di Savoia visse un periodo di espansione: Vercelli, Santhià, Cuneo furono annesse a Chambery. Era un combattente come abbiamo detto, anche nelle battaglie in oriente. Qua, in questa statua è rappresentato nella battaglia di Gallipoli mentre sta uccidendo un turco. Visse nel ‘300 e morì a Campobasso il primo di marzo del 1383 di peste, mentre stava combattendo al fianco di Luigi II d’Angiò di Napoli. Fu sepolto nell’abbazia di Hautecombe, in alta Savoia, ma con l’arrivo dei giacobini l’abbazia andò completamente distrutta. Le sue spoglie andarono perdute, anche se c’è chi sostiene che furono trasferite proprio a Torino e si trovino nella Cappella della Sindone accanto a quelle di Emanuele Filiberto, Testa di Ferro.

Ora possiamo continuare, non prima però di avervi detto ancora che i portici di Piazza Palazzo di Città sono opera di Benedetto Alfieri, architetto di Casa Savoianella prima metà del ‘700 e che c’è chi sostiene che proprio qua sotto di noi sia nascosto il Sacro Graal… se volete tornare e provare a scavare…’ Rimango assorto nei miei pensieri. Piazza delle Erbe, il Sacro Graal, il Conte Verde, Alfieri… ecco anche questa volta mi sono imbambolato e gli altri hanno proseguito per Via Milano… riuscirò mai a seguire dall’inizio alla fine un qualcosa???

‘Ehi aspettate!!! Ci sono anche io!!!’

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