mercoledì 4 marzo 2015

I miracoli di Mondonio



I MIRACOLI DI MONDONIO


Quanto dista Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti, dalla stupenda città salentina di Lecce? Sicuramente più di mille chilometri. Eppure questi due luoghi così diversi e distanti hanno qualcosa in comune, o meglio un Santo in comune. Si tratta di Domenico Savio, nato a San Giovanni di Riva presso Chieri il 2 aprile 1842, ma vissuto e morto a Mondonio di Castelnuovo Don Bosco il 9 marzo 1857 e a cui è stata dedicata una sola Basilica, che si trova proprio nella città pugliese!
Forse non tutti conoscono la vita di Domenico Savio e non molti percorrendo la strada che da Riva presso Chieri porta nell’astigiano si sono fermati anche solo per qualche ora a passeggiare in quell’incantevole paesino che oggi è conosciuto appunto come Mondonio San Domenico Savio, frazione di poco più di 100 abitanti di Castelnuovo Don Bosco.
Domenico Savio e Don Bosco, due persone i cui nomi sono fortemente legati alla Chiesa Cattolica, maestro e allievo. Secondo di dieci figli, Domenico incontrò il fondatore dei Salesiani, Giovanni Bosco appunto, a Morialdo il 2 ottobre nel 1854, mostrando da subito l’intenzione di prendere i voti sacerdotali, anche se ben sapeva di non avere le possibilità di studiare!Ma Giovanni Bosco lo accontentò prendendolo come allievo presso l’oratorio di San Francesco di Sales, nel capoluogo piemontese.
Pur distinguendosi per l’assiduità ai sacramenti della penitenza e dell’Eucarestia e per la profonda devozione all’Immacolata, purtroppo Domenico ebbe una vita brevissima, morì infatti non ancora quindicenne di colera. Ma prima di morire il giovane ragazzo lasciò in eredità un biglietto al suomaestro in cui gli chiedeva ‘Mi aiuti a farmi Santo?’. E fu proprio Don Bosco ad esaltarne la figura e le virtù, tant’è che il 5 marzo 1950 venne proclamato beato e successivamente Santo 4 anni dopo, il 12 giugno del 1954.
Ma come si sa, la Chiesa Cattolica, per proclamare Santa una persona necessita di un miracolo. E in questo caso dobbiamo fare un balzo in avanti nel tempo, dal 1857, anno della morte del santo al 1936 e precisamente il primo marzo, giorno in cui la ragazzina sedicenne Maria Consuelo, nella capitale catalana, Barcellona giocando a palla cadde rompendosi il braccio. Dopo aver consultato diversi dottori e specialisti, senza essere arrivata ad una soluzione per le sue fratture, disse di aver sognato il Cardinale Giovanni Cagliero che la invitava esplicitamente a pregare e recitare una novena a Domenico Savio. Il giorno successivo, nonostante il suo scetticismo, ma dolorante, iniziò la novena. Alle 4 di notte del venerdì tanto atteso il braccio miracolosamente guarì. Un altro miracolo è poi attribuito a Domenico Savio, un’altra guarigione, quella di Albano Sabatino, un bambino di 7 anni, campano malato di setticemia.

Oggi passeggiare per il paese del Santo significa fare un passo indietro nel tempo e riscoprire la casa in cui Domenico ha vissuto, la scuola che ha frequentato, ma soprattutto girovagare per piccole stradine calpestate quasi due secoli fa da un piccolo bambino che grazieallasua tenacia e la sua immensa Fede ancor oggi ricordiamo e preghiamo.

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