mercoledì 10 dicembre 2014

Ingria: una gemma in Val Soana


INGRIA: UNA GEMMA IN VAL SOANA


Salendo per la Val Soana piove a dirotto. L’acqua non cessa di venire giù nemmeno quando arriviamo al primo comune conosciuto: Ingria. Le precipitazioni sono fitte e costanti, ma il paesaggio ci affascina e quindi decidiamo di scendere dalla macchina per dare un’ occhiata. Mai scelta fu più azzeccata.

Ingria è uno dei comuni meno popolosi d’Italia con i suoi 46 abitanti. La popolazione ha abbandonato questo piccolo paesino durante il ventesimo secolo. All’inizio del novecento infatti Ingria poteva contare su quasi 2000 abitanti. Un dato che non trova paragoni negli oltre ottomila centri del nostro paese. Come in tutti i paesini di montagna, la gente ha deciso, ma forse più che deciso sarebbe meglio dire dovuto, emigrare verso Torino o comunque verso i comuni più a valle.

Ma Ingria non può e non deve essere messa a confronto con gli altri paesini montanari. No, perché Ingria è ancora vitale, molto lontana dal voler arrendersi ad una realtà ordinata dall’urbanizzazione. Le 46 anime che popolano questo posto sono ancora attive, e paiono essersi strette una a fianco dell’altra vicino alla piazza principale dove c’è la sede del municipio e la Chiesa di San Giacomo, costruita nel seicento e diventata parrocchia nel 1708.


Attorno a questo piazzale tutto è fiorito. Alcuni fiori sono protetti anche ironicamente da ombrelli con la scritta “Ingria c’è”, giusto a voler riassumere perfettamente lo spirito di questa comunità. Nonostante le nemmeno 50 unità è presente una Pro Loco, ma anche i bambini non sono abbandonati a loro stessi grazie alla presenza di un piccolo parco giochi. Il monumento ai caduti funge da ponte tra il passato e uno sguardo che volge al futuro. Si vedono molti monumenti di questo tipo in giro per il nostro paese, ma in pochi come questo riescono a rendere giustizia alla memoria dei martiri della libertà.
Ingria fu feudo dei conti di Valperga, come riportato dai primi documenti storici risalenti al XI secolo, prendendo parte alla rivolta dei turchini. Gli ingriesi, così vengono chiamati i nativi del luogo, resistettero eroicamente agli assalti dei soldati del duca di Savoia per quattro anni prima di venire sconfitti nel 1435.

Tra le altre cose la municipalità è stata premiata dall’ASPROFLOR come “Comune Fiorito” aggiudicandosi tre fiori su un totale di quattro. Anche se ammirando il paesaggio di Ingria c’è da chiedersi cosa si aspetti a proporre la massima votazione arrivando così al pari di altri comuni quali Avigliana, Claviere, Usseux e Villar Pellice.
Le escursioni sono un punto di attrattiva molto valido, dal centro e dalle frazioni del comune si possono raggiungere vette come il Monte Loit o il Mombianco, ma molte altre sono citate nel sito del municipio. Senza dimenticare eventi consolidati negli anni come l’Ingria Woodstock Festival, per festeggiare in giugno gli anni del rock psichedelico o la Sagra della polenta in settembre.


Ingria ha mille risorse ed è un luogo consigliabile per chiunque, senza distinzione di età. Quindi: escursionisti desiderosi di esplorare cime nuove, famiglie che volete portare i vostri figli a respirare l’aria di montagna, appassionati di rock’n’roll e di sane abbuffate, ma anche scrittori in cerca della giusta ispirazione ascoltate le nostre parole, recatevi in questo piccolo scorcio della Val Soana e non ne rimarrete delusi perché Ingria c’è.

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