martedì 9 luglio 2013

Rocciamelone: l'ascesa ad un mito




ROCCIAMELONE: L’ASCESA AD UN MITO

La Vetta
dove
In Val di Susa, ma perché no anche dalle Valli di Lanzo. Il Rocciamelone, questa meravigliosa montagna che si erge nella valle dove scorre la Dora Riparia, che con i suoi oltre 3000 metri di altezza è ben visibile da molto lontano, è uno dei monti più famosi e anche più calpestati del Piemonte. L’ascesa che ci conduce alla vetta è qualcosa di naturalmente idilliaco, sia che la si affronti dal versante valsusino, sia dal versante della valle di Viù. La lentezza che ci porta in quota ci avvicina a quel cielo azzurro che ci fa gridare a quel miracolo di cotanta bellezza da ammirare, volgendo lo sguardo verso il basso, verso l’uomo e il suo mondo, o volgendo gli occhi verso l’alto, a quell’infinito che dopo quattro ore di camminata puoi finalmente toccare e sentire tuo!
descrizione
Rociamelon: 3538 metri! Basterebbe questo dato per lasciar lavorare la fantasia ed essere già pronti per un’impresa, che seduti su un divano ha dell’impossibile, ma che affrontata con la giusta lentezza e spirito ci conduce ad un paradiso di emozioni e sazietà!
Raggiungere la vetta, dove si trova il Santuario di Nostra Signora del Rocciamelone, con la statua della Madonna che abbraccia i fedeli e gli escursionisti che qua vi giungono, il busto di Vittorio Emanuele II, il quale ha scalato la montagna nel lontano 1838, quando era ancora Principe di Sardegna, ha qualcosa di eroico.
La storia
La prima salita che risulta essere stata documentata è datata primo settembre 1358. La storia narra che il crociato Bonifacio Rotario D’Asti, catturato dai Turchi fa voto alla Madonna, promettendogli qualora fosse riuscito a tornare al suo Paese di dedicarle un effige sulla sommità del primo monte che avesse visto al suo ritorno. Bonifacio raggiunse la vetta in quel primo di settembre di tanti anni fa con un trittico bronzeo, ovviamente dedicato alla Vergine Maria, il quale oggi è custodito in cattedrale a Susa.
perché andarci?
Per sconfiggere la pigrizia e toccare con mano il paradiso! Non ci sono altri motivi, se non quello di avventurarsi in mezzo alla natura, facendo del sano sport e magari fermandosi a mangiare e dormire nei rifugi che lungo il percorso si incontrano! E poi cosa c’è di meglio che trascorrere una, due o tre giornate lontano da quel traffico che in questi luoghi diventa per fortuna un remoto ricordo?
curiosità
Tante le curiosità. Non tutti sanno che nel Medioevo era considerata addirittura la cima più alta della Alpi. E poi il Santuario costruito a oltre 3500 metri d’altezza è niente poco di meno che il più alto di tutta Europa e la Statua di bronzo dedicata alla madonna e realizzata più di 100 anni fa (1899), alta 3 metri e di un peso complessivo di 800 Kg, è stata portata in vetta a spalle dagli alpini del battaglione Susa appartenenti al quarto Reggimento.
E ancora, poco purtroppo ne rimane, ma se dalla punta volgiamo gli occhi verso la valle di Viù ammiriamo quello che è considerato uno dei più grandi ghiacciai della zona, dove a partire dal 1985 si sta formando un grande lago.
                         
Le due strade percorribili
*         Da Mompantero: si lascia l’auto nei pressi del rifugio la Riposa (2200 mt) e poi si inizia l’ascesa passando per il rifugio Ca d’Asti (2850 mt) per poi proseguire per la Crocetta di Ferro ed infine la vetta. Tempo di percorrenza: 3h30 – 4h;
*         Da Viù: si lascia l’auto nei pressi del Lago Malciaussia, si prosegue per il rifugio Tazzetti, per il ghiacciaio del Rocciamelone ed infine verso la vetta. Il percorso è più duro rispetto al primo ed il tempo di percorrenza è di circa 5h30.

  

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